martedì 6 novembre 2012

Non sono - solo...

Io non sono un poeta
solo recita la mia mano
versi letti tra le ore.

Io non sono un narratore
solo chiede a me il reale:
com'è che va a finire?

Io non sono un cantautore
solo sul mio pentagramma
note danzano insieme alle parole.

Io non sono un 'digei'
un 'parlatore' radiofonico
solo si trasforma in onda
ciò che penso, leggo e intendo.

Io non sono un cantante
solo a volte la mia voce
vuole andare, portarmi oltre
dirmi chiara dove sono.

venerdì 26 ottobre 2012

Beato

Sorrido divertito
perché proprio non resisto
a tenere gli occhi aperti,
e mi vedo come un vecchio
che si appisola beato:
manco l'ultimo boccone
e già devo sistemarmi
con il gomito sul tavolo
la testa che si inclina
rannicchiata sulla mano
palmo aperto e dita sottili
a far ponte
fra la guancia e la tempia
fra lo zigomo e l'orecchio
fino a quando giunge il sonno
in un lento pomeriggio
iniziato troppo presto.

venerdì 28 settembre 2012

Giochiamo insieme

Il bambino tiranno
scalpita e recalcitra
piange, strilla, è disperato
vuole essere ancora lui
a fare il solo capitano;
ripropone giochi vecchi
tira fuori cianfrusaglie
ma lo sa, non è più tempo
è per questo che è arrabbiato.

Il bambino giocherellone
lascia l'altro ai suoi strilli
il suo gioco non si ferma
si diverte, è spensierato;
ogni tanto alza gli occhi
verso il compagno irrequieto
poi li abbassa e sorride
facendo no con la testa.

Quando il capriccioso
si è sfogato, si è finalmente quietato
il pacifico lo guarda
e lo chiama gentilmente
poi con voce calma
gli dice sorridente
'se ti va giochiamo insieme'.

lunedì 27 agosto 2012

La distanza

La distanza dal mondo
si inabissa nel profondo
dell'inconscio consapevole
e diventa lì colmabile.
Perché un conto in mare aperto
è trovare fra le onde
vento in poppa o brezza lieve;
altra cosa è il navigare
di aliscafo o galleggiante.
Ci sarebbe da tornare
oggi
ai tempi antichi
e guardare che ora è
con il pendolo del sole.
Ed intanto parlo in versi
al di là di ogni volere,
sto in ascolto e non decido.
Poi rileggo fino al punto,
forse meglio virgola...
Se la rima non protesta
la distanza è proprio nulla.

mercoledì 15 agosto 2012

Il mio sentiero

Il mio sentiero è tracciato
Io sono pronto
Le chiuse sono aperte
E il fiume scorre.
Temo la solitudine
Più di ogni altra cosa
Pur essendo lei compagna
Fin dai tempi dell'ignoto.
Il poeta concepisce
Per amore ermafrodita
E il guerriero la sua spada
La conficca di sua mano.
Il mio sentiero è tracciato
E la vita non aspetta
Non si volta a controllare
Se mi perdo nel cammino.
Chi si volta sono io
Ma dietro me non c'è nessuno
Il mio sentiero è tracciato
E il mio passo si fa leggero.

domenica 5 agosto 2012

Bellezza

È una bellezza
talmente oltre la tua
che l'ondata mi travolge
appena t'intravedo
in lontananza
e in fine di tramonto
io già ti riconosco.
Ho il tempo necessario così
per ritrovare l'aria
per supplicare il cuore
di rallentare il passo.
E quando sei vicina
vicina da sentirti
io posso salutarti
come donna fra le tante
come amica fra gli amici,
così, con non chalance
come fosse tutti i giorni.

lunedì 30 luglio 2012

Allo specch'io (Per catarsi)

Caro mondo dove vivo
o mi prendi come sono
o io rotolo lo stesso.
Non starò a snocciolarti
con fiocchetti e carta d'oro
quanto vale la mia arte.
Te la guardi? Ti convince?
La mia vita ha pieno senso.
Credi che io mi arrabatti?
Il mio senso non si svuota.
Non pensare sia il confronto
a dirigere il mio agire,
è la voce la mia via
che tu senta o faccia finta.
Certo io mi sento solo
e non trovo alternativa:
tu ti muovi ad uragano
io fra un po' sono in bonaccia;
d'altro canto sono in ballo
e se non ballo almeno canto.
Tu sta' attento un giorno o l'altro
io per te sono già specchio.

giovedì 21 giugno 2012

Mi basta


Credo che esista
una gioia incondizionata,
credo che esista
trascendente ai perché.

Credo che esista
una gioia incondizionata,
semplice e limpida
consapevolezza di esistere.

Sento sgorgare
una gioia incondizionata,
la ascolto, sorrido...
e comprendo: mi basta.

15 agosto 1991


Potrebbe sembrare una favola
da raccontare la sera,
se parli di un prato o di un girotondo
ti dicono: “è solo fantasia”.
La storia che adesso vorrei cantare
è forse la nenia di un sognatore;
eppure la data non si può sbagliare,
quel giorno me lo ricorderò.

Era il giorno di festa nell’estate che finiva,
da lassù vedevamo la città come incantata
ed il cielo colorato da un’arancia che arrossiva,
i miei occhi hanno visto una nuova realtà.
E li ho visti giocare, tutti in cerchio, con un pallone,
e rincorrersi e gridare con gran stupore:
mi sembrava di vedere bambini, e li guardavo,
che scoprono la vita con la sua novità.

Quante domande che fa un bambino,
sta certo che non si fermerà,
ad ogni risposta, no, non si accontenta,
perchè ancora e ancora chiederà.
E pensa che un giorno mi son messo a chiacchierare
e il tempo passava e passavano le ore
e più mi parlava restavo ad ascoltare,
la storia non finisce qua…

(testo di ciò che era canzone)

mercoledì 20 giugno 2012

Narciso

In mezzo al prato più verde che c'è,
quanti colori e forme: che allegria!!
Negli occhi la varietà è stupenda
tal che nel cuore rivivi l'armonia.
Ma non s'ingannino gli occhi di chi guarda:
ogni fiore, ogni filo d'erba ha la storia sua.

Fra mille milioni di fiori in quel prato,
ce n'era anche uno cresciuto un po' così:
lo stelo un po' storto, e le foglie appassite,
i petali pallidi e anche sgualciti.
Pensando di essere unico e solo
si convinse che era una celebrità;
poteva dare a tutti qualcosa in più
e ciò lo rendeva bello come non fu mai.

Lui non sapeva nemmeno il suo nome
e per altro agli altri fiori lui non lo disse mai.
Tutti lo chiamavano con i nomi più belli
certi brevi, certi lunghi, certo proprio lusinghieri.
Ma un giorno gli capitò di specchiarsi
dentro una goccia che per caso passò di là;
lesse su una foglia che il suo nome era Narciso:
da quel giorno si sentì più solo che mai.
Vide che la goccia era molto felice
ed allora le chiese: "Ma tu com'è che fai?"
"Così sono nata e non sono cambiata,
in trasparenza, sono sempre stata così.
Così sono nata e non voglio cambiare,
in trasparenza mi vedo solo così".
(testo di ciò che era canzone)

Per Elisa

Per Elisa, una madre,
per Elisa, una donna
piena d’amore
per la vita che ha generato.
Donna anche bambina
che sa portare gioia
nel cuore di chi ama.
Per Elisa, una madre;
per Elisa, una donna
così dolce con chi ama.
Per Elisa,
che anche se ha un anno in più
è sempre giovane nel cuore.

(al tempo avevo forse quattordici anni... ma proprio forse)

sabato 16 giugno 2012

Vento, gonfia le vele

Vento, gonfia le vele
di questo dolore
e prenda il largo
prima che schiacci la mia anima
col suo lacerante peso.
Vento, penetra il mio cuore;
vento, spalanca il mio spirito;
vento, in tutte le mie membra
passa tu e fammi conoscere
questo dolore,
le mie lacrime lo rendano puro.
Non disperdere però quel tesoro
così raro e, ancor più, prezioso:
è ricchezza che non passa,
non lo dimentichi mai.
Sì, beato sono io
che ancora lo posseggo
e resta vita mia della mia vita.

venerdì 15 giugno 2012

Così la chiamai

Guardavo il manto cupo del cielo
tempestato di perle brillanti e fosforescenti.
Quante erano! Luminose, grandi,
abbracciate, disegnate, tutte diverse...
Eppure nessuna mi attraeva;
così spostai lo sguardo.
Nel buio vidi qualcosa che si muoveva,
una luce appena percettibile,
che giocava con i miei occhi,
ma non la persi un attimo...
Da quel giorno
la stellina, così la chiamai, no, non mi lasciò più,
e mi diventò intima, tanto che ancora oggi
non distinguo la sua dalla mia vita.

La speranza

Nel caldo pomeriggio di luglio
il boato dei tuoni
si confonde col ticchettio
della pioggia che cade
sui ciottoli del cortile;
si sente l’odore della polvere bagnata
che rende l’aria ancora più aspra.
Non c’è brezza, non una foglia si muove,
nulla si muove:
s’ode solo la voce dei passeri
che cantano insieme per non sentirsi soli
nel cielo sconfinato, dipinto di grigio,
che non lascia intravedere
altro colore se non quello delle nubi.
Ma cessa la pioggia
e si spaccano le nubi,
un raggio è penetrato:
nasce la speranza
che dopo la bufera
il mondo circostante ritorni colorito.
(forse la mia prima poesia... 12 anni?)

domenica 10 giugno 2012

Sì, sta già succedendo

... Sì, sta già succedendo...
Vorrei guardare il mondo
con i tuoi occhi,
parlare alle persone
con le tue labbra,
ascoltare ogni suono
come tu ascolti.
Vorrei donarti ciò che sono
senza veli, senza maschere
e donarti la mia vita, così com'è:
variopinta di sensazioni e di emozioni
colorandola della tua semplicità.
... Sì, sta già succedendo...

Lei... (la musica)

Mi chiedo
come sarebbe stata la mia vita
senza di lei.
Ripenso adesso,
e sogno,
tutte le notti d'amore,
abbracciati inseparabili,
e le lunghe passeggiate
fatte lungo il lago
la sua mano nella mano mia;
e i suoi capelli
che coprono il mio viso
per vedere solo lei che danza
intorno a me e dentro me.


Non conto più le ore
passate a parlare,
parole incomprensibili per chiunque,
piene di segreti
per raccontarci ogni momento vissuto
come l'ultima goccia
nel deserto più arido del mondo.
Un solo sguardo
per dissolvere ogni nebbia
e capire ciò che conta di più
intorno a me e dentro me.


Se non ci fosse lei,
quante occasioni perse!
I primi giochi di bambino
li ho imparati da lei
e solo con lei
ho giocato
senza mai stancarmi;
le corse incontro
nel rivederla,
lasciando chiunque altro
e qualunque cosa
che vedevo intorno a me e dentro me.


Non potevo non ballare
quando il suo corpo mi avvolgeva,
trascinandomi nel suo universo infinito;
impossibile fermarsi,
come una scossa continua.
Nemmeno cadere
era un ostacolo,
sempre con lei,
amante instancabile;
le notti d'amore, inebrianti
fino al mattino
e poi ancora lei
intorno a me e dentro me.

Parlare?
Nessuno ha mai capito
ciò che penso e ciò che vivo,
ha sempre intuito lei,
prima che aprissi bocca
e chiudendomi le labbra
con le sue
mi ha svelato
ciò che io stesso non conoscevo
intorno a me e dentro me.
La forte adesso è lei,
è sempre stata lei;
io ormai vela
in balia del vento,
ma sempre mi sussurra
le cose che non so dire ancora.
Un bambino innamorato
della sola vera vita
dove sogno, canto, ballo,
amo, piango, e m'innamoro,
ogni brezza la respiro,
anche se fredda e insidiosa,
e ogni cosa fuori senso,
quella voglio,
perché lei non si perde mai
intorno a me e dentro me.


E continuo a far l'amore,
passeggiare sulla riva,
chiacchierare fino a notte
e al mattino
ricordare questo sogno senza fine
che è pur vita insieme a lei.

martedì 15 maggio 2012

Contenuto

A volte mi domando
se è vero, come credo,
che son contenitore,
che sono creatore...
e invece che, all'opposto,
beffato e preso in giro,
non sappia ancor del tutto
che sono contenuto.

Insomma, mi domando
se scrivo io canzoni
o invece siano loro
a farsi trascrizioni,
se cerco io parole
adatte a ciò che suono
o si propongan loro
finché ne accolgo il dono.

Se fosse che, di getto,
io scriva sopra un foglio
perché mi prende a forza
un do od un versetto?
Che sia lo sghiribizzo
che salti sul pennello,
costringa a colorarlo
e sulla tela porlo?

Non so... mi pare un gioco...
diversa mosca cieca...
che pensa d'afferrare
e invece... è giusto... presa!

venerdì 11 maggio 2012

Nonostante la serenità


Nonostante la serenità
lei mi manca;
la fase critica è passata,
benché non si possa mai dire.
Ma il sentimento, che rimane,
mi dice quanto fossi innamorato,
davvero.
Chissà se lei mi pensa
e come mi pensa.
Io penso a lei
con malinconia, il mio vero stato d'animo.
E' il dolore del distacco,
oltre i rancori,
oltre le colpe,
e la tenerezza
e profonda nostalgia
che mi mettono sulle labbra
un sorriso di dolcezza.

Resto

Resto
nel gesto
di mescolare il caffè
perché si sciolga
il mascobado
rilasciando i suoi aromi
di liquerizia
e di dolcezza.


Circola
la mano
e il cucchiaino
e insieme ad essi
gli occhi,
che guidano la mente
dentro l’anima,
a godersi, nel profondo,
quanto pare esser nulla
ed invece è
presenza.

La parola

La parola dice
la parola esprime
la parola racconta
la parola domanda.


La parola è detta
la parola è letta
la parola accoglie
la parola sceglie.


La parola è relazione
la parola è dono
la parola è l’emozione
è la voce di ogni giorno.

sabato 5 maggio 2012

E' uno struggente desiderio d'amore

E' uno struggente desiderio d'amore
che mi prende questa sera,
desiderio di vederti,
desiderio di toccarti,
di baciare le tue labbra,
accarezzare i tuoi capelli,
tuffarmi nel tuo abbraccio,
specchiarmi nel tuo sguardo,
penetrare la tua anima,
... riconoscerti me stesso.

martedì 1 maggio 2012

Voi!

O voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio,
magari vi si addice,
‘ché è l’unico linguaggio
che forse conoscete,
perché volete dire
turpìle opinion vostra
su quel che sol sbirciate?


Che forse tutti meglio
staremmo senza…


Voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio,
magari vi si addice,
‘ché l’unico linguaggio
che forse conoscete:
sape’ di che parlate,
voi che smaniate dire
pensier simil virile?


Di dubbi ne ho al riguardo…
che dire…?


Ah, voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio,
magari vi si addice,
‘ché è l’unico linguaggio
che forse conoscete:
che? E’ tutto qui l’edùco
che vostra mente ha ‘ppreso?
Mi sembra alquanto eunuco…


Già… risposta credo proprio,
sì, ch’altra non ci sia,
almen riguardo a…


Voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio
che proprio vi si addice
‘ché l’unico linguaggio
che certo conoscete!!
Col vostro abbreviativo (a cojone!)
al massimo, vedete,
m’invi’te a ‘ser creativo!

giovedì 26 aprile 2012

Nel bosco dell'eremo delle carceri


L'aria qui è densa,
palpabile,
calmante,
silenziosa, invitante.

Sento l’anima spalancarsi


Sento l’anima spalancarsi
fino a contenere il mondo intero:
sentirlo, abbracciarlo, amarlo…
Potessi usare tutto il mio tempo
per incontrare, parlare, conoscere,
condividere, ascoltare, stupire
e andare al di là
di ciò che ognuno appare
per scoprire la sua essenza,
e abbeverarmi e arricchirmi a più non posso.

Sì, lì arriverò,
lì voglio arrivare,
perché lì mi porta la pace
che ho nel profondo dell’anima,
la pace della stessa vita
nel suo scorrere di attimi,
la pace che è infinito,
perché infinito l’amore
che sa generarla.

Quel che sento


E’ un mare infinito
quel che sento

salire dal profondo,
un mare calmo,
tanto calmo quanto immenso.

E se pur ne sento il fondo,
sacro fondo
e sacra fine,
è ben chiaro
che mi nutre all’infinito.

Non finisce, è definito,
è sempre vivo
e lì da attingere,
basta solo aprir la porta,
tolto il velo è pronto a invadermi.

Ed è un suono…! Imponente!
Pieno e forte,
ricco e denso.
Ora ascolto… mi parla
dell’amore che so dare.

domenica 22 aprile 2012

Gioisco

Questa brezza è annuncio di pioggia e lampi;
il grigio variopinto delle nubi
sovrapposto all’azzurro del cielo
preavvisa lo stesso.
Ma il messaggio
non mi giunge minaccioso:
l’aria fresca entra libera,
il mio naso l’assapora,
se la gusta inebriato.
Mi meraviglia ancora questo cambiamento
e di fatto son cambiato;
E gioisco.

Baciarti

Mi succede, certe volte,
mentre ascolto la tua voce,
che mi prenda una gran voglia
di baciarti sulla bocca.


Son sincero, non capisco
cosa provo… Mi stupisco
quando – pare…! – m’invaghisco
di una donna che conosco.


Dipanare una matassa
grovigliosa, tanta manna
se costasse una manciata
di secondi! Ma la meglio


la si ottiene con paziente
osservazione, con la lente
all’occorrenza!, mani attente
evitanti complicanze.


E ti ascolto mentre parli
con sequenza di parole
chiare, ricche e palesanti,
ma mi chiedo: cosa provo?


Poi mi dico – mentre… ascolto? –:
“Senti, non t’illuder molto,
lei è ancora innamorata
e, di fede, è sposata!”


Or perplesso, mi domando
d’un pensiero che di quando
in quando viene brillando
sul suono in sottofondo.


Io mi chiedo, questa volta,
mentre sento la tua voce:
ma… baciarti, questa voglia,
è per chiuderti la bocca?

domenica 8 aprile 2012

Tempo di Pasqua, tempo di auguri


Pasqua, passaggio, traverso, ricambio,
ritorno alla vita, risorge la vita,
la festa, il gran ballo, il canto, le uova,
colombe, gli ulivi, incensi, vacanze
(più lunghe quest’anno! per chi? Ma per noi o quello che puoi),
un viaggio, Pasquetta, le gite, il pinnic, la prima,
la vera (un po’ ballerina), la Pasqua e le Pasque,
paese che vai c’è sempre una Pasqua,
oh, la signora Pasqua, gentile Pasquina,
torta pasqualina, regalo, sorpresa,
si vende, si cambia, si cresce, si agisce,
chi ha sfiorato la morte, è come rinato,
stupore pe’l piccolo, di ciò che è scontato,
del senso normale, perché farci caso?
Ti pare mai il caso? Che caso! Che strano!
Che mago! Che giorno! Villano! La prego,
mi scusi, è stato un esubero!
Esulto di gioia, oh santi! Che noia, Ma guarda il dettaglio!
E’ tanto diverso, che giorno, che bello,
che grande momento! Fai il furbo? Eh no!
Non serve il garbuglio, l’intruglio. Che voglia...,
andrei sempre a zonzo, in giro, per strada,
gran premio, chi vince? Vincenzo, ma chi?
Vincente davvero, per ogni problema c’è sempre un appiglio.
Che scappi? Coniglio! Si fermi, la prego,
non c’ero lo giuro! Mi lasci un momento...,
un battibaleno, la grande battigia, il mare che torna,
il vento lo porta. Che strana bottiglia,
contiene un messaggio! Chissà, chissàddove,
la vela si muove. Un poco d’orgoglio!
L’imbuto che stringe, veicola l’olio,
il vino, il rosolio, ma dove si va?
Si viene, si torna, ma dove se ‘n vanno le bianche colline,
sì verdi, ‘sì valli, le gobbe tortuose?
Si sale, si scende, si cambia la via.
Ma quella è la mia! Da qua! Che t’impicci?
Mi senti? Davvero? Ma no? Chemmi dici!
E’ Pasqua, davvero, la vita ritorna,
ricambia ogni giorno, ritrova la forza,
la pace, l’amore, eppure si muove,
non mai è la stessa, è sempre diversa.
Ci hai mai fatto caso? Che tempo assoluto! Tu dici? Aiuto!
Ma è Pasqua davvero, che bello! Che stento!
E’ sempre un ritorno. Sei in fondo alla pagina?
Un punto, una virgola, adesso va’ a capo, tesoro di mamma.
La fama germoglia, s’incanta, ti scalda,
contempla la foglia, che cresce ‘sì bene!
C’è sempre un dettaglio, che cambia, si muove...
Su, dammi un abbraccio, che il giorno è iniziato,
di primo mattino, ch’è nuovo, ch’è vivo,
purtroppo imperfetto! Che metto? M’acciglio?
Ma no! Stai tranquillo, è solo un dettaglio.
Il resto lo trovi se segui il consiglio,
se segui il tuo giorno, come il solo, come il vero,
t’arrabbi sincero, se ridi davvero...
Sei sempre te stesso, che sogni o sia attento,
che non è mai detto, chi dice che è finto?
Domani? Che importa! C’è sempre il momento
che senti davvero, profondo, in pace,
oddio, e se vaneggio? Sarà ancora lo stesso?
Che importa! Che orgoglio!
E’ l’unico giorno dall’alba al tramonto,
la notte e la luna, non sempre serene,
momento, un momento, e tutto comprendo...
nel bene e nel male, e meglio mi prendo,
che è tutto normale, diverso come al solito...
La Pasqua, un augurio: che siate vitali!
Se serve un rammendo, che il nuovo è un po’ troppo,
avanti con l’ago, col filo, che dopo
se è anche un rattoppo è vita lo stesso.
C’è forse vantaggio che sia tutto a posto?
Eccerto! Che forse qualcuno ha dubbio al riguardo?
La vita è un pagliaccio, è triste di spesso,
ma in fondo a vederlo, che fai? Piangi adesso?
Ah, piangi dal ridere, eh be’, per l’appunto:
è già tanto dura! Sennò, che stracarico!
Le toppe, i rammendi, e le molli tiracche
che siano le spezie, i colori, quel goccio
che danno alla vita un gusto ben pieno,
il giusto risalto a dolce e salato,
se c’è un poco d’acido, che importa, è quel tocco
che dà ad ogni giorno il pizzico adatto.

martedì 3 aprile 2012

Ieri sera guardavo la luna

Ieri sera guardavo la luna,
e, ammirando la sua semplicità,
mi è apparso il tuo viso,
con i suoi occhi grandi e dolci,
le sue guance arrotondate,
la sua bocca che sorride.
Così sono rimasto a guardare,
incantato dalla sua luce.

venerdì 30 marzo 2012

Le (mie) quattro stagioni

Fa freddo d’inverno!
                               Se poi c’è la neve!
E allora che fai?
                               Sto in casa, al calduccio.
Eh già! Che fortuna!


Primavera è più mite.
                               Ma spesso c’è pioggia...
E allora che fai?
                               Sto in casa, all’asciutto.
Eh già! Che fortuna!


Fa caldo d’estate!
                               Se poi c’è quell’afa!
E allora che fai?
                               Sto in casa, al bel fresco.
Eh già! Che fortuna!


Ed ecco l’autunno!
                               Né caldo né freddo.
E allora che fai?
                               Sto in casa, così... tengo il ritmo. 
Be'...! Ehm... Che fortuna...!