Io non sono un poeta
solo recita la mia mano
versi letti tra le ore.
Io non sono un narratore
solo chiede a me il reale:
com'è che va a finire?
Io non sono un cantautore
solo sul mio pentagramma
note danzano insieme alle parole.
Io non sono un 'digei'
un 'parlatore' radiofonico
solo si trasforma in onda
ciò che penso, leggo e intendo.
Io non sono un cantante
solo a volte la mia voce
vuole andare, portarmi oltre
dirmi chiara dove sono.
martedì 6 novembre 2012
venerdì 26 ottobre 2012
Beato
Sorrido divertito
perché proprio non resisto
a tenere gli occhi aperti,
e mi vedo come un vecchio
che si appisola beato:
manco l'ultimo boccone
e già devo sistemarmi
con il gomito sul tavolo
la testa che si inclina
rannicchiata sulla mano
palmo aperto e dita sottili
a far ponte
fra la guancia e la tempia
fra lo zigomo e l'orecchio
fino a quando giunge il sonno
in un lento pomeriggio
iniziato troppo presto.
perché proprio non resisto
a tenere gli occhi aperti,
e mi vedo come un vecchio
che si appisola beato:
manco l'ultimo boccone
e già devo sistemarmi
con il gomito sul tavolo
la testa che si inclina
rannicchiata sulla mano
palmo aperto e dita sottili
a far ponte
fra la guancia e la tempia
fra lo zigomo e l'orecchio
fino a quando giunge il sonno
in un lento pomeriggio
iniziato troppo presto.
venerdì 28 settembre 2012
Giochiamo insieme
Il bambino tiranno
scalpita e recalcitra
piange, strilla, è disperato
vuole essere ancora lui
a fare il solo capitano;
ripropone giochi vecchi
tira fuori cianfrusaglie
ma lo sa, non è più tempo
è per questo che è arrabbiato.
Il bambino giocherellone
lascia l'altro ai suoi strilli
il suo gioco non si ferma
si diverte, è spensierato;
ogni tanto alza gli occhi
verso il compagno irrequieto
poi li abbassa e sorride
facendo no con la testa.
Quando il capriccioso
si è sfogato, si è finalmente quietato
il pacifico lo guarda
e lo chiama gentilmente
poi con voce calma
gli dice sorridente
'se ti va giochiamo insieme'.
scalpita e recalcitra
piange, strilla, è disperato
vuole essere ancora lui
a fare il solo capitano;
ripropone giochi vecchi
tira fuori cianfrusaglie
ma lo sa, non è più tempo
è per questo che è arrabbiato.
Il bambino giocherellone
lascia l'altro ai suoi strilli
il suo gioco non si ferma
si diverte, è spensierato;
ogni tanto alza gli occhi
verso il compagno irrequieto
poi li abbassa e sorride
facendo no con la testa.
Quando il capriccioso
si è sfogato, si è finalmente quietato
il pacifico lo guarda
e lo chiama gentilmente
poi con voce calma
gli dice sorridente
'se ti va giochiamo insieme'.
lunedì 27 agosto 2012
La distanza
La distanza dal mondo
si inabissa nel profondo
dell'inconscio consapevole
e diventa lì colmabile.
Perché un conto in mare aperto
è trovare fra le onde
vento in poppa o brezza lieve;
altra cosa è il navigare
di aliscafo o galleggiante.
Ci sarebbe da tornare
oggi
ai tempi antichi
e guardare che ora è
con il pendolo del sole.
Ed intanto parlo in versi
al di là di ogni volere,
sto in ascolto e non decido.
Poi rileggo fino al punto,
forse meglio virgola...
Se la rima non protesta
la distanza è proprio nulla.
mercoledì 15 agosto 2012
Il mio sentiero
Il mio sentiero è tracciato
Io sono pronto
Le chiuse sono aperte
E il fiume scorre.
Temo la solitudine
Più di ogni altra cosa
Pur essendo lei compagna
Fin dai tempi dell'ignoto.
Il poeta concepisce
Per amore ermafrodita
E il guerriero la sua spada
La conficca di sua mano.
Il mio sentiero è tracciato
E la vita non aspetta
Non si volta a controllare
Se mi perdo nel cammino.
Chi si volta sono io
Ma dietro me non c'è nessuno
Il mio sentiero è tracciato
E il mio passo si fa leggero.
Io sono pronto
Le chiuse sono aperte
E il fiume scorre.
Temo la solitudine
Più di ogni altra cosa
Pur essendo lei compagna
Fin dai tempi dell'ignoto.
Il poeta concepisce
Per amore ermafrodita
E il guerriero la sua spada
La conficca di sua mano.
Il mio sentiero è tracciato
E la vita non aspetta
Non si volta a controllare
Se mi perdo nel cammino.
Chi si volta sono io
Ma dietro me non c'è nessuno
Il mio sentiero è tracciato
E il mio passo si fa leggero.
domenica 5 agosto 2012
Bellezza
È una bellezza
talmente oltre la tua
che l'ondata mi travolge
appena t'intravedo
in lontananza
e in fine di tramonto
io già ti riconosco.
Ho il tempo necessario così
per ritrovare l'aria
per supplicare il cuore
di rallentare il passo.
E quando sei vicina
vicina da sentirti
io posso salutarti
come donna fra le tante
come amica fra gli amici,
così, con non chalance
come fosse tutti i giorni.
che l'ondata mi travolge
appena t'intravedo
in lontananza
e in fine di tramonto
io già ti riconosco.
Ho il tempo necessario così
per ritrovare l'aria
per supplicare il cuore
di rallentare il passo.
E quando sei vicina
vicina da sentirti
io posso salutarti
come donna fra le tante
come amica fra gli amici,
così, con non chalance
come fosse tutti i giorni.
lunedì 30 luglio 2012
Allo specch'io (Per catarsi)
Caro
mondo dove vivo
o
mi prendi come sono
o
io rotolo lo stesso.
Non
starò a snocciolarti
con
fiocchetti e carta d'oro
quanto
vale la mia arte.
Te
la guardi? Ti convince?
La
mia vita ha pieno senso.
Credi
che io mi arrabatti?
Il
mio senso non si svuota.
Non
pensare sia il confronto
a
dirigere il mio agire,
è
la voce la mia via
che
tu senta o faccia finta.
Certo
io mi sento solo
e
non trovo alternativa:
tu
ti muovi ad uragano
io
fra un po' sono in bonaccia;
d'altro
canto sono in ballo
e
se non ballo almeno canto.
Tu
sta' attento un giorno o l'altro
io
per te sono già specchio.
giovedì 28 giugno 2012
giovedì 21 giugno 2012
Mi basta
Credo che esista
una gioia incondizionata,
credo che esista
trascendente ai perché.
Credo che esista
una gioia incondizionata,
semplice e limpida
consapevolezza di esistere.
Sento sgorgare
una gioia incondizionata,
la ascolto, sorrido...
e comprendo: mi basta.
15 agosto 1991
Potrebbe
sembrare una favola
da
raccontare la sera,
se
parli di un prato o di un girotondo
ti
dicono: “è solo fantasia”.
La
storia che adesso vorrei cantare
è
forse la nenia di un sognatore;
eppure
la data non si può sbagliare,
quel
giorno me lo ricorderò.
Era
il giorno di festa nell’estate che finiva,
da
lassù vedevamo la città come incantata
ed
il cielo colorato da un’arancia che arrossiva,
i
miei occhi hanno visto una nuova realtà.
E
li ho visti giocare, tutti in cerchio, con un pallone,
e
rincorrersi e gridare con gran stupore:
mi
sembrava di vedere bambini, e li guardavo,
che
scoprono la vita con la sua novità.
Quante
domande che fa un bambino,
sta
certo che non si fermerà,
ad
ogni risposta, no, non si accontenta,
perchè
ancora e ancora chiederà.
E
pensa che un giorno mi son messo a chiacchierare
e
il tempo passava e passavano le ore
e
più mi parlava restavo ad ascoltare,
la
storia non finisce qua…
(testo di ciò che era canzone)
mercoledì 20 giugno 2012
Narciso
In
mezzo al prato più verde che c'è,
quanti colori e forme: che allegria!!
quanti colori e forme: che allegria!!
Negli
occhi la varietà è stupenda
tal
che nel cuore rivivi l'armonia.
Ma
non s'ingannino gli occhi di chi guarda:
ogni
fiore, ogni filo d'erba ha la storia sua.
Fra
mille milioni di fiori in quel prato,
ce
n'era anche uno cresciuto un po' così:
lo
stelo un po' storto, e le foglie appassite,
i
petali pallidi e anche sgualciti.
Pensando
di essere unico e solo
si
convinse che era una celebrità;
poteva
dare a tutti qualcosa in più
e
ciò lo rendeva bello come non fu mai.
Lui
non sapeva nemmeno il suo nome
e
per altro agli altri fiori lui non lo disse mai.
Tutti
lo chiamavano con i nomi più belli
certi
brevi, certi lunghi, certo proprio lusinghieri.
Ma
un giorno gli capitò di specchiarsi
dentro
una goccia che per caso passò di là;
lesse
su una foglia che il suo nome era Narciso:
da
quel giorno si sentì più solo che mai.
Vide
che la goccia era molto felice
ed
allora le chiese: "Ma tu com'è che fai?"
"Così
sono nata e non sono cambiata,
in
trasparenza, sono sempre stata così.
Così
sono nata e non voglio cambiare,
in
trasparenza mi vedo solo così".
(testo di ciò che era canzone)
(testo di ciò che era canzone)
Per Elisa
Per
Elisa, una madre,
per
Elisa, una donna
piena
d’amore
per
la vita che ha generato.
Donna
anche bambina
che
sa portare gioia
nel
cuore di chi ama.
Per
Elisa, una madre;
per
Elisa, una donna
così
dolce con chi ama.
Per
Elisa,
che
anche se ha un anno in più
è
sempre giovane nel cuore.
(al tempo avevo forse quattordici anni... ma proprio forse)
sabato 16 giugno 2012
Vento, gonfia le vele
Vento,
gonfia le vele
di
questo dolore
e
prenda il largo
prima
che schiacci la mia anima
col
suo lacerante peso.
Vento,
penetra il mio cuore;
vento,
spalanca il mio spirito;
vento,
in tutte le mie membra
passa
tu e fammi conoscere
questo
dolore,
le
mie lacrime lo rendano puro.
Non
disperdere però quel tesoro
così
raro e, ancor più, prezioso:
è
ricchezza che non passa,
non
lo dimentichi mai.
Sì,
beato sono io
che
ancora lo posseggo
e
resta vita mia della mia vita.
venerdì 15 giugno 2012
Così la chiamai
Guardavo
il manto cupo del cielo
tempestato
di perle brillanti e fosforescenti.
Quante
erano! Luminose, grandi,
abbracciate,
disegnate, tutte diverse...
Eppure
nessuna mi attraeva;
così
spostai lo sguardo.
Nel
buio vidi qualcosa che si muoveva,
una
luce appena percettibile,
che
giocava con i miei occhi,
ma
non la persi un attimo...
Da
quel giorno
la
stellina, così la chiamai, no, non mi lasciò più,
e
mi diventò intima, tanto che ancora oggi
non
distinguo la sua dalla mia vita.
La speranza
Nel
caldo pomeriggio di luglio
il
boato dei tuoni
si
confonde col ticchettio
della
pioggia che cade
sui
ciottoli del cortile;
si
sente l’odore della polvere bagnata
che
rende l’aria ancora più aspra.
Non
c’è brezza, non una foglia si muove,
nulla
si muove:
s’ode
solo la voce dei passeri
che
cantano insieme per non sentirsi soli
nel
cielo sconfinato, dipinto di grigio,
che
non lascia intravedere
altro
colore se non quello delle nubi.
Ma
cessa la pioggia
e
si spaccano le nubi,
un
raggio è penetrato:
nasce
la speranza
che
dopo la bufera
il
mondo circostante ritorni colorito.
(forse la mia prima poesia... 12 anni?)
(forse la mia prima poesia... 12 anni?)
domenica 10 giugno 2012
Sì, sta già succedendo
...
Sì, sta già succedendo...
Vorrei
guardare il mondo
con
i tuoi occhi,
parlare
alle persone
con
le tue labbra,
ascoltare
ogni suono
come
tu ascolti.
Vorrei
donarti ciò che sono
senza
veli, senza maschere
e
donarti la mia vita, così com'è:
variopinta
di sensazioni e di emozioni
colorandola
della tua semplicità.
...
Sì, sta già succedendo...
Lei... (la musica)
Mi chiedo
come sarebbe stata la mia vita
senza di lei.
Ripenso adesso,
e sogno,
tutte le notti d'amore,
abbracciati inseparabili,
e le lunghe passeggiate
fatte lungo il lago
la sua mano nella mano mia;
e i suoi capelli
che coprono il mio viso
per vedere solo lei che danza
intorno a me e dentro me.
Non conto più le ore
passate a parlare,
parole incomprensibili per chiunque,
piene di segreti
per raccontarci ogni momento vissuto
come l'ultima goccia
nel deserto più arido del mondo.
Un solo sguardo
per dissolvere ogni nebbia
e capire ciò che conta di più
intorno a me e dentro me.
Se non ci fosse lei,
quante occasioni perse!
I primi giochi di bambino
li ho imparati da lei
e solo con lei
ho giocato
senza mai stancarmi;
le corse incontro
nel rivederla,
lasciando chiunque altro
e qualunque cosa
che vedevo intorno a me e dentro me.
Non potevo non ballare
quando il suo corpo mi avvolgeva,
trascinandomi nel suo universo infinito;
impossibile fermarsi,
come una scossa continua.
Nemmeno cadere
era un ostacolo,
sempre con lei,
amante instancabile;
le notti d'amore, inebrianti
fino al mattino
e poi ancora lei
intorno a me e dentro me.
Parlare?
Nessuno ha mai capito
ciò che penso e ciò che vivo,
ha sempre intuito lei,
prima che aprissi bocca
e chiudendomi le labbra
con le sue
mi ha svelato
ciò che io stesso non conoscevo
intorno a me e dentro me.
La forte adesso è lei,
è sempre stata lei;
io ormai vela
in balia del vento,
ma sempre mi sussurra
le cose che non so dire ancora.
Un bambino innamorato
della sola vera vita
dove sogno, canto, ballo,
amo, piango, e m'innamoro,
ogni brezza la respiro,
anche se fredda e insidiosa,
e ogni cosa fuori senso,
quella voglio,
perché lei non si perde mai
intorno a me e dentro me.
E continuo a far l'amore,
passeggiare sulla riva,
chiacchierare fino a notte
e al mattino
ricordare questo sogno senza fine
che è pur vita insieme a lei.
come sarebbe stata la mia vita
senza di lei.
Ripenso adesso,
e sogno,
tutte le notti d'amore,
abbracciati inseparabili,
e le lunghe passeggiate
fatte lungo il lago
la sua mano nella mano mia;
e i suoi capelli
che coprono il mio viso
per vedere solo lei che danza
intorno a me e dentro me.
Non conto più le ore
passate a parlare,
parole incomprensibili per chiunque,
piene di segreti
per raccontarci ogni momento vissuto
come l'ultima goccia
nel deserto più arido del mondo.
Un solo sguardo
per dissolvere ogni nebbia
e capire ciò che conta di più
intorno a me e dentro me.
Se non ci fosse lei,
quante occasioni perse!
I primi giochi di bambino
li ho imparati da lei
e solo con lei
ho giocato
senza mai stancarmi;
le corse incontro
nel rivederla,
lasciando chiunque altro
e qualunque cosa
che vedevo intorno a me e dentro me.
Non potevo non ballare
quando il suo corpo mi avvolgeva,
trascinandomi nel suo universo infinito;
impossibile fermarsi,
come una scossa continua.
Nemmeno cadere
era un ostacolo,
sempre con lei,
amante instancabile;
le notti d'amore, inebrianti
fino al mattino
e poi ancora lei
intorno a me e dentro me.
Parlare?
Nessuno ha mai capito
ciò che penso e ciò che vivo,
ha sempre intuito lei,
prima che aprissi bocca
e chiudendomi le labbra
con le sue
mi ha svelato
ciò che io stesso non conoscevo
intorno a me e dentro me.
La forte adesso è lei,
è sempre stata lei;
io ormai vela
in balia del vento,
ma sempre mi sussurra
le cose che non so dire ancora.
Un bambino innamorato
della sola vera vita
dove sogno, canto, ballo,
amo, piango, e m'innamoro,
ogni brezza la respiro,
anche se fredda e insidiosa,
e ogni cosa fuori senso,
quella voglio,
perché lei non si perde mai
intorno a me e dentro me.
E continuo a far l'amore,
passeggiare sulla riva,
chiacchierare fino a notte
e al mattino
ricordare questo sogno senza fine
che è pur vita insieme a lei.
martedì 15 maggio 2012
Contenuto
A
volte mi domando
se è
vero, come credo,
che
son contenitore,
che
sono creatore...
e
invece che, all'opposto,
beffato
e preso in giro,
non
sappia ancor del tutto
che
sono contenuto.
Insomma,
mi domando
se
scrivo io canzoni
o
invece siano loro
a
farsi trascrizioni,
se
cerco io parole
adatte
a ciò che suono
o si
propongan loro
finché
ne accolgo il dono.
Se
fosse che, di getto,
io
scriva sopra un foglio
perché
mi prende a forza
un do
od un versetto?
Che
sia lo sghiribizzo
che
salti sul pennello,
costringa
a colorarlo
e
sulla tela porlo?
Non
so... mi pare un gioco...
diversa
mosca cieca...
che
pensa d'afferrare
e
invece... è giusto... presa!
venerdì 11 maggio 2012
Nonostante la serenità
Nonostante
la serenità
lei
mi manca;
la
fase critica è passata,
benché
non si possa mai dire.
Ma
il sentimento, che rimane,
mi
dice quanto fossi innamorato,
davvero.
Chissà
se lei mi pensa
e
come mi pensa.
Io
penso a lei
con
malinconia, il mio vero stato d'animo.
E'
il dolore del distacco,
oltre
i rancori,
oltre
le colpe,
e
la tenerezza
e
profonda nostalgia
che
mi mettono sulle labbra
un
sorriso di dolcezza.
Resto
Resto
nel gesto
di mescolare il caffè
perché si sciolga
il mascobado
rilasciando i suoi aromi
di liquerizia
e di dolcezza.
Circola
la mano
e il cucchiaino
e insieme ad essi
gli occhi,
che guidano la mente
dentro l’anima,
a godersi, nel profondo,
quanto pare esser nulla
ed invece è
presenza.
nel gesto
di mescolare il caffè
perché si sciolga
il mascobado
rilasciando i suoi aromi
di liquerizia
e di dolcezza.
Circola
la mano
e il cucchiaino
e insieme ad essi
gli occhi,
che guidano la mente
dentro l’anima,
a godersi, nel profondo,
quanto pare esser nulla
ed invece è
presenza.
La parola
La parola dice
la parola esprime
la parola racconta
la parola domanda.
La parola è detta
la parola è letta
la parola accoglie
la parola sceglie.
La parola è relazione
la parola è dono
la parola è l’emozione
è la voce di ogni giorno.
la parola esprime
la parola racconta
la parola domanda.
La parola è detta
la parola è letta
la parola accoglie
la parola sceglie.
La parola è relazione
la parola è dono
la parola è l’emozione
è la voce di ogni giorno.
sabato 5 maggio 2012
E' uno struggente desiderio d'amore
E' uno struggente desiderio d'amore
che mi prende questa sera,
desiderio di vederti,
desiderio di toccarti,
di baciare le tue labbra,
accarezzare i tuoi capelli,
tuffarmi nel tuo abbraccio,
specchiarmi nel tuo sguardo,
penetrare la tua anima,
... riconoscerti me stesso.
che mi prende questa sera,
desiderio di vederti,
desiderio di toccarti,
di baciare le tue labbra,
accarezzare i tuoi capelli,
tuffarmi nel tuo abbraccio,
specchiarmi nel tuo sguardo,
penetrare la tua anima,
... riconoscerti me stesso.
martedì 1 maggio 2012
Voi!
O voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio,
magari vi si addice,
‘ché è l’unico linguaggio
che forse conoscete,
perché volete dire
turpìle opinion vostra
su quel che sol sbirciate?
Che forse tutti meglio
staremmo senza…
Voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio,
magari vi si addice,
‘ché l’unico linguaggio
che forse conoscete:
sape’ di che parlate,
voi che smaniate dire
pensier simil virile?
Di dubbi ne ho al riguardo…
che dire…?
Ah, voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio,
magari vi si addice,
‘ché è l’unico linguaggio
che forse conoscete:
che? E’ tutto qui l’edùco
che vostra mente ha ‘ppreso?
Mi sembra alquanto eunuco…
Già… risposta credo proprio,
sì, ch’altra non ci sia,
almen riguardo a…
Voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio
che proprio vi si addice
‘ché l’unico linguaggio
che certo conoscete!!
Col vostro abbreviativo (a cojone!)
al massimo, vedete,
m’invi’te a ‘ser creativo!
che altro non sapete
che usare il turpiloquio,
magari vi si addice,
‘ché è l’unico linguaggio
che forse conoscete,
perché volete dire
turpìle opinion vostra
su quel che sol sbirciate?
Che forse tutti meglio
staremmo senza…
Voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio,
magari vi si addice,
‘ché l’unico linguaggio
che forse conoscete:
sape’ di che parlate,
voi che smaniate dire
pensier simil virile?
Di dubbi ne ho al riguardo…
che dire…?
Ah, voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio,
magari vi si addice,
‘ché è l’unico linguaggio
che forse conoscete:
che? E’ tutto qui l’edùco
che vostra mente ha ‘ppreso?
Mi sembra alquanto eunuco…
Già… risposta credo proprio,
sì, ch’altra non ci sia,
almen riguardo a…
Voi,
che altro non sapete
che usare il turpiloquio
che proprio vi si addice
‘ché l’unico linguaggio
che certo conoscete!!
Col vostro abbreviativo (a cojone!)
al massimo, vedete,
m’invi’te a ‘ser creativo!
giovedì 26 aprile 2012
Nel bosco dell'eremo delle carceri
L'aria
qui è densa,
palpabile,
calmante,
silenziosa,
invitante.
Sento l’anima spalancarsi
Sento
l’anima spalancarsi
fino
a contenere il mondo intero:
sentirlo,
abbracciarlo, amarlo…
Potessi
usare tutto il mio tempo
per
incontrare, parlare, conoscere,
condividere,
ascoltare, stupire
e
andare al di là
di
ciò che ognuno appare
per
scoprire la sua essenza,
e
abbeverarmi e arricchirmi a più non posso.
Sì,
lì arriverò,
lì
voglio arrivare,
perché
lì mi porta la pace
che
ho nel profondo dell’anima,
la
pace della stessa vita
nel
suo scorrere di attimi,
la
pace che è infinito,
perché
infinito l’amore
che
sa generarla.
Quel che sento
E’ un mare
infinito
quel che
sento
salire dal
profondo,
un mare
calmo,
tanto calmo
quanto immenso.
E se pur ne
sento il fondo,
sacro fondo
e sacra fine,
è ben chiaro
che mi nutre
all’infinito.
Non finisce,
è definito,
è sempre
vivo
e lì da
attingere,
basta solo
aprir la porta,
tolto il velo
è pronto a invadermi.
Ed è un
suono…! Imponente!
Pieno e
forte,
ricco e
denso.
Ora ascolto…
mi parla
dell’amore
che so dare.
domenica 22 aprile 2012
Gioisco
Questa brezza è annuncio di pioggia e lampi;
il grigio variopinto delle nubi
sovrapposto all’azzurro del cielo
preavvisa lo stesso.
Ma il messaggio
non mi giunge minaccioso:
l’aria fresca entra libera,
il mio naso l’assapora,
se la gusta inebriato.
Mi meraviglia ancora questo cambiamento
e di fatto son cambiato;
E gioisco.
il grigio variopinto delle nubi
sovrapposto all’azzurro del cielo
preavvisa lo stesso.
Ma il messaggio
non mi giunge minaccioso:
l’aria fresca entra libera,
il mio naso l’assapora,
se la gusta inebriato.
Mi meraviglia ancora questo cambiamento
e di fatto son cambiato;
E gioisco.
Baciarti
Mi succede, certe volte,
mentre ascolto la tua voce,
che mi prenda una gran voglia
di baciarti sulla bocca.
Son sincero, non capisco
cosa provo… Mi stupisco
quando – pare…! – m’invaghisco
di una donna che conosco.
Dipanare una matassa
grovigliosa, tanta manna
se costasse una manciata
di secondi! Ma la meglio
la si ottiene con paziente
osservazione, con la lente
all’occorrenza!, mani attente
evitanti complicanze.
E ti ascolto mentre parli
con sequenza di parole
chiare, ricche e palesanti,
ma mi chiedo: cosa provo?
Poi mi dico – mentre… ascolto? –:
“Senti, non t’illuder molto,
lei è ancora innamorata
e, di fede, è sposata!”
Or perplesso, mi domando
d’un pensiero che di quando
in quando viene brillando
sul suono in sottofondo.
Io mi chiedo, questa volta,
mentre sento la tua voce:
ma… baciarti, questa voglia,
è per chiuderti la bocca?
mentre ascolto la tua voce,
che mi prenda una gran voglia
di baciarti sulla bocca.
Son sincero, non capisco
cosa provo… Mi stupisco
quando – pare…! – m’invaghisco
di una donna che conosco.
Dipanare una matassa
grovigliosa, tanta manna
se costasse una manciata
di secondi! Ma la meglio
la si ottiene con paziente
osservazione, con la lente
all’occorrenza!, mani attente
evitanti complicanze.
E ti ascolto mentre parli
con sequenza di parole
chiare, ricche e palesanti,
ma mi chiedo: cosa provo?
Poi mi dico – mentre… ascolto? –:
“Senti, non t’illuder molto,
lei è ancora innamorata
e, di fede, è sposata!”
Or perplesso, mi domando
d’un pensiero che di quando
in quando viene brillando
sul suono in sottofondo.
Io mi chiedo, questa volta,
mentre sento la tua voce:
ma… baciarti, questa voglia,
è per chiuderti la bocca?
domenica 8 aprile 2012
Tempo di Pasqua, tempo di auguri
Pasqua,
passaggio, traverso, ricambio,
ritorno
alla vita, risorge la vita,
la
festa, il gran ballo, il canto, le uova,
colombe,
gli ulivi, incensi, vacanze
(più
lunghe quest’anno! per chi? Ma per noi o quello che puoi),
un
viaggio, Pasquetta, le gite, il pinnic, la prima,
la
vera (un po’ ballerina), la Pasqua e le Pasque,
paese
che vai c’è sempre una Pasqua,
oh,
la signora Pasqua, gentile Pasquina,
torta
pasqualina, regalo, sorpresa,
si
vende, si cambia, si cresce, si agisce,
chi
ha sfiorato la morte, è come rinato,
stupore
pe’l piccolo, di ciò che è scontato,
del
senso normale, perché farci caso?
Ti
pare mai il caso? Che caso! Che strano!
Che
mago! Che giorno! Villano! La prego,
mi
scusi, è stato un esubero!
Esulto
di gioia, oh santi! Che noia, Ma guarda il dettaglio!
E’
tanto diverso, che giorno, che bello,
che
grande momento! Fai il furbo? Eh no!
Non
serve il garbuglio, l’intruglio. Che voglia...,
andrei
sempre a zonzo, in giro, per strada,
gran
premio, chi vince? Vincenzo, ma chi?
Vincente
davvero, per ogni problema c’è sempre un appiglio.
Che
scappi? Coniglio! Si fermi, la prego,
non
c’ero lo giuro! Mi lasci un momento...,
un
battibaleno, la grande battigia, il mare che torna,
il
vento lo porta. Che strana bottiglia,
contiene
un messaggio! Chissà, chissàddove,
la
vela si muove. Un poco d’orgoglio!
L’imbuto
che stringe, veicola l’olio,
il
vino, il rosolio, ma dove si va?
Si
viene, si torna, ma dove se ‘n vanno le bianche colline,
‘sì
verdi, ‘sì valli, le gobbe tortuose?
Si
sale, si scende, si cambia la via.
Ma
quella è la mia! Da qua! Che t’impicci?
Mi
senti? Davvero? Ma no? Chemmi dici!
E’
Pasqua, davvero, la vita ritorna,
ricambia
ogni giorno, ritrova la forza,
la
pace, l’amore, eppure si muove,
non
mai è la stessa, è sempre diversa.
Ci
hai mai fatto caso? Che tempo assoluto! Tu dici? Aiuto!
Ma
è Pasqua davvero, che bello! Che stento!
E’
sempre un ritorno. Sei in fondo alla pagina?
Un
punto, una virgola, adesso va’ a capo, tesoro di mamma.
La
fama germoglia, s’incanta, ti scalda,
contempla
la foglia, che cresce ‘sì bene!
C’è
sempre un dettaglio, che cambia, si muove...
Su,
dammi un abbraccio, che il giorno è iniziato,
di
primo mattino, ch’è nuovo, ch’è vivo,
purtroppo
imperfetto! Che metto? M’acciglio?
Ma
no! Stai tranquillo, è solo un dettaglio.
Il
resto lo trovi se segui il consiglio,
se
segui il tuo giorno, come il solo, come il vero,
t’arrabbi
sincero, se ridi davvero...
Sei
sempre te stesso, che sogni o sia attento,
che
non è mai detto, chi dice che è finto?
Domani?
Che importa! C’è sempre il momento
che
senti davvero, profondo, in pace,
oddio,
e se vaneggio? Sarà ancora lo stesso?
Che
importa! Che orgoglio!
E’
l’unico giorno dall’alba al tramonto,
la
notte e la luna, non sempre serene,
momento,
un momento, e tutto comprendo...
nel
bene e nel male, e meglio mi prendo,
che
è tutto normale, diverso come al solito...
La
Pasqua, un augurio: che siate vitali!
Se
serve un rammendo, che il nuovo è un po’ troppo,
avanti
con l’ago, col filo, che dopo
se
è anche un rattoppo è vita lo stesso.
C’è
forse vantaggio che sia tutto a posto?
Eccerto!
Che forse qualcuno ha dubbio al riguardo?
La
vita è un pagliaccio, è triste di spesso,
ma
in fondo a vederlo, che fai? Piangi adesso?
Ah,
piangi dal ridere, eh be’, per l’appunto:
è
già tanto dura! Sennò, che stracarico!
Le
toppe, i rammendi, e le molli tiracche
che
siano le spezie, i colori, quel goccio
che
danno alla vita un gusto ben pieno,
il
giusto risalto a dolce e salato,
se
c’è un poco d’acido, che importa, è quel tocco
che
dà ad ogni giorno il pizzico adatto.
martedì 3 aprile 2012
Ieri sera guardavo la luna
Ieri sera guardavo la luna,
e, ammirando la sua semplicità,
mi è apparso il tuo viso,
con i suoi occhi grandi e dolci,
le sue guance arrotondate,
la sua bocca che sorride.
Così sono rimasto a guardare,
incantato dalla sua luce.
e, ammirando la sua semplicità,
mi è apparso il tuo viso,
con i suoi occhi grandi e dolci,
le sue guance arrotondate,
la sua bocca che sorride.
Così sono rimasto a guardare,
incantato dalla sua luce.
venerdì 30 marzo 2012
Le (mie) quattro stagioni
Fa
freddo d’inverno!
Se
poi c’è la neve!
E
allora che fai?
Sto
in casa, al calduccio.
Eh
già! Che fortuna!
Primavera
è più mite.
Ma
spesso c’è pioggia...
E
allora che fai?
Sto
in casa, all’asciutto.
Eh
già! Che fortuna!
Fa
caldo d’estate!
Se
poi c’è quell’afa!
E
allora che fai?
Sto
in casa, al bel fresco.
Eh
già! Che fortuna!
Ed
ecco l’autunno!
Né
caldo né freddo.
E
allora che fai?
Sto
in casa, così... tengo il ritmo. Be'...! Ehm... Che fortuna...!
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