giovedì 26 aprile 2012

Nel bosco dell'eremo delle carceri


L'aria qui è densa,
palpabile,
calmante,
silenziosa, invitante.

Sento l’anima spalancarsi


Sento l’anima spalancarsi
fino a contenere il mondo intero:
sentirlo, abbracciarlo, amarlo…
Potessi usare tutto il mio tempo
per incontrare, parlare, conoscere,
condividere, ascoltare, stupire
e andare al di là
di ciò che ognuno appare
per scoprire la sua essenza,
e abbeverarmi e arricchirmi a più non posso.

Sì, lì arriverò,
lì voglio arrivare,
perché lì mi porta la pace
che ho nel profondo dell’anima,
la pace della stessa vita
nel suo scorrere di attimi,
la pace che è infinito,
perché infinito l’amore
che sa generarla.

Quel che sento


E’ un mare infinito
quel che sento

salire dal profondo,
un mare calmo,
tanto calmo quanto immenso.

E se pur ne sento il fondo,
sacro fondo
e sacra fine,
è ben chiaro
che mi nutre all’infinito.

Non finisce, è definito,
è sempre vivo
e lì da attingere,
basta solo aprir la porta,
tolto il velo è pronto a invadermi.

Ed è un suono…! Imponente!
Pieno e forte,
ricco e denso.
Ora ascolto… mi parla
dell’amore che so dare.

domenica 22 aprile 2012

Gioisco

Questa brezza è annuncio di pioggia e lampi;
il grigio variopinto delle nubi
sovrapposto all’azzurro del cielo
preavvisa lo stesso.
Ma il messaggio
non mi giunge minaccioso:
l’aria fresca entra libera,
il mio naso l’assapora,
se la gusta inebriato.
Mi meraviglia ancora questo cambiamento
e di fatto son cambiato;
E gioisco.

Baciarti

Mi succede, certe volte,
mentre ascolto la tua voce,
che mi prenda una gran voglia
di baciarti sulla bocca.


Son sincero, non capisco
cosa provo… Mi stupisco
quando – pare…! – m’invaghisco
di una donna che conosco.


Dipanare una matassa
grovigliosa, tanta manna
se costasse una manciata
di secondi! Ma la meglio


la si ottiene con paziente
osservazione, con la lente
all’occorrenza!, mani attente
evitanti complicanze.


E ti ascolto mentre parli
con sequenza di parole
chiare, ricche e palesanti,
ma mi chiedo: cosa provo?


Poi mi dico – mentre… ascolto? –:
“Senti, non t’illuder molto,
lei è ancora innamorata
e, di fede, è sposata!”


Or perplesso, mi domando
d’un pensiero che di quando
in quando viene brillando
sul suono in sottofondo.


Io mi chiedo, questa volta,
mentre sento la tua voce:
ma… baciarti, questa voglia,
è per chiuderti la bocca?

domenica 8 aprile 2012

Tempo di Pasqua, tempo di auguri


Pasqua, passaggio, traverso, ricambio,
ritorno alla vita, risorge la vita,
la festa, il gran ballo, il canto, le uova,
colombe, gli ulivi, incensi, vacanze
(più lunghe quest’anno! per chi? Ma per noi o quello che puoi),
un viaggio, Pasquetta, le gite, il pinnic, la prima,
la vera (un po’ ballerina), la Pasqua e le Pasque,
paese che vai c’è sempre una Pasqua,
oh, la signora Pasqua, gentile Pasquina,
torta pasqualina, regalo, sorpresa,
si vende, si cambia, si cresce, si agisce,
chi ha sfiorato la morte, è come rinato,
stupore pe’l piccolo, di ciò che è scontato,
del senso normale, perché farci caso?
Ti pare mai il caso? Che caso! Che strano!
Che mago! Che giorno! Villano! La prego,
mi scusi, è stato un esubero!
Esulto di gioia, oh santi! Che noia, Ma guarda il dettaglio!
E’ tanto diverso, che giorno, che bello,
che grande momento! Fai il furbo? Eh no!
Non serve il garbuglio, l’intruglio. Che voglia...,
andrei sempre a zonzo, in giro, per strada,
gran premio, chi vince? Vincenzo, ma chi?
Vincente davvero, per ogni problema c’è sempre un appiglio.
Che scappi? Coniglio! Si fermi, la prego,
non c’ero lo giuro! Mi lasci un momento...,
un battibaleno, la grande battigia, il mare che torna,
il vento lo porta. Che strana bottiglia,
contiene un messaggio! Chissà, chissàddove,
la vela si muove. Un poco d’orgoglio!
L’imbuto che stringe, veicola l’olio,
il vino, il rosolio, ma dove si va?
Si viene, si torna, ma dove se ‘n vanno le bianche colline,
sì verdi, ‘sì valli, le gobbe tortuose?
Si sale, si scende, si cambia la via.
Ma quella è la mia! Da qua! Che t’impicci?
Mi senti? Davvero? Ma no? Chemmi dici!
E’ Pasqua, davvero, la vita ritorna,
ricambia ogni giorno, ritrova la forza,
la pace, l’amore, eppure si muove,
non mai è la stessa, è sempre diversa.
Ci hai mai fatto caso? Che tempo assoluto! Tu dici? Aiuto!
Ma è Pasqua davvero, che bello! Che stento!
E’ sempre un ritorno. Sei in fondo alla pagina?
Un punto, una virgola, adesso va’ a capo, tesoro di mamma.
La fama germoglia, s’incanta, ti scalda,
contempla la foglia, che cresce ‘sì bene!
C’è sempre un dettaglio, che cambia, si muove...
Su, dammi un abbraccio, che il giorno è iniziato,
di primo mattino, ch’è nuovo, ch’è vivo,
purtroppo imperfetto! Che metto? M’acciglio?
Ma no! Stai tranquillo, è solo un dettaglio.
Il resto lo trovi se segui il consiglio,
se segui il tuo giorno, come il solo, come il vero,
t’arrabbi sincero, se ridi davvero...
Sei sempre te stesso, che sogni o sia attento,
che non è mai detto, chi dice che è finto?
Domani? Che importa! C’è sempre il momento
che senti davvero, profondo, in pace,
oddio, e se vaneggio? Sarà ancora lo stesso?
Che importa! Che orgoglio!
E’ l’unico giorno dall’alba al tramonto,
la notte e la luna, non sempre serene,
momento, un momento, e tutto comprendo...
nel bene e nel male, e meglio mi prendo,
che è tutto normale, diverso come al solito...
La Pasqua, un augurio: che siate vitali!
Se serve un rammendo, che il nuovo è un po’ troppo,
avanti con l’ago, col filo, che dopo
se è anche un rattoppo è vita lo stesso.
C’è forse vantaggio che sia tutto a posto?
Eccerto! Che forse qualcuno ha dubbio al riguardo?
La vita è un pagliaccio, è triste di spesso,
ma in fondo a vederlo, che fai? Piangi adesso?
Ah, piangi dal ridere, eh be’, per l’appunto:
è già tanto dura! Sennò, che stracarico!
Le toppe, i rammendi, e le molli tiracche
che siano le spezie, i colori, quel goccio
che danno alla vita un gusto ben pieno,
il giusto risalto a dolce e salato,
se c’è un poco d’acido, che importa, è quel tocco
che dà ad ogni giorno il pizzico adatto.

martedì 3 aprile 2012

Ieri sera guardavo la luna

Ieri sera guardavo la luna,
e, ammirando la sua semplicità,
mi è apparso il tuo viso,
con i suoi occhi grandi e dolci,
le sue guance arrotondate,
la sua bocca che sorride.
Così sono rimasto a guardare,
incantato dalla sua luce.