Le
mie tenebre mi spaventano,
buie
e pesanti come sono.
Ho
paura di restare sopraffatto
da
un profondo scuro
che
non vedo esattamente,
un
insieme che non distinguo.
Mi
spaventa non capire
come
conviverci.
Però
se ascolto Crazy
mi
sento intenerire
e
trovo pace nel toccare il fondo.
Vorrei
piangere
e
liberarmi da questo peso
che
mi rallenta
e
non vedo il mio futuro,
che
è nefasto
nell’avanzare
genetico.
Non
so come convivere
con
le tenebre che ho dentro,
e
non è ancora finita,
non
so quando finirà,
mi
chiedo se mai finirà
la
visione continua
di
tenebra pesante,
di
tenebra e ingiustizia.
D’altronde
prima o poi
così
dovrà essere
perché
non c’è alternativa
a
questa vita,
siamo
fatti così,
creati
così,
ad
immagine
di
una libertà devastante
e
di una sofferenza
che
non ha ragione d’essere.
Se
non che è così.
E
quindi
prendere
o lasciare;
alternativa
che non c’è
per
chi sente e crede,
io
per esempio,
che
l’unica soluzione
è
prendere tutto a piene mani.
Qual
è la libertà?
Cos’è
la libertà?
Non
avere alternative
è
la libertà,
la
forza di stare in quello
che
non ho chiesto,
desiderato
e voluto.
Libertà
è scegliere
l’unica
alternativa possibile,
che,
per quanto pesante,
è
per la vita,
coglierne
l’essenza,
dando
bando a desideri,
preghiere
e sogni
di
un’altra vita.
E
se penso che
Dio
ha sbagliato,
questo
è quello che mi ritrovo;
devo
farmene una ragione.
Allora...
è tutto chiaro?
Non
ci sono tenebre?
Niente
da capire,
se
non convivere
e
l’unica ragione
è
che non c’è ragione,
né
probabilmente
ci
deve essere.
Il
difficile è questo
non
capire, non sapere
il
perché
e
tanto più se esiste un perché.
Questa
è la vera tenebra:
vivere
senza chiedere perché,
o
non avere una risposta
alla
domanda universale.
Eppure
vien da chiedermi
perché
posso chiedermi perché,
se
non posso avere una risposta
...e
risposta magari non c’è.
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